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NOTIZIE

27 Luglio 2020

CONVENZIONE CONFIMI INDUSTRIA – ESNA SOA S.P.A.

Ha la durata di un anno e verrà promossa nei territori

Confimi ha sottoscritto una convenzione della durata di un anno con ESNA SOA S.P.A., in relazione alla quale ESNA SOA S.P.A. conferisce a Confimi l’incarico di promuovere presso le Associazioni Territoriali ed Associazioni di Categoria l’attività da esso svolta. La Qualificazione SOA è la Certificazione obbligatoria per qualunque impresa che intenda eseguire lavori pubblici affidati dalle stazioni appaltanti, direttamente o in subappalto, per un importo pari o superiore ad euro 150.000. ESNA SOA S.P.A., si riserva la facoltà di sottoscrivere con le Associazione Territoriali e di Categoria appartenenti al Sistema Confimi, che manifesteranno interesse a ESNA SOA S.P.A. un Contratto di Procacciamento d’Affari attraverso il quale vengono definite e regolate le condizioni e le modalità operative tra le parti, nonché i corrispettivi economici che ESNA SOA S.P.A. riconosce alle Associazioni Territoriali e di Categoria sottoscrittrici per la mera ricerca e segnalazione di eventuali potenziali clienti.

15 Maggio 2020

INDAGINE CONFIMI SULLA RIAPERTURA DELLE AZIENDE

Stabilimenti aperti, ma non ci sono commesse. Ammortizzatori attivati dall'80%

Stabilimenti aperti sì, ma impianti fermi. È quanto emerge dall’analisi di Confimi che ha intervistato i propri associati a una settimana dalla riapertura dopo i mesi del lockdown. Una ripartenza amara per gli industriali: oltre il 60% non ha registrato nuovi ordinativi. Non solo, 1 impresa su 3 ha ancora i propri clienti chiusi per decreto, mentre 1 aziende su 4 ha problemi nell’approvvigionamento con i sub fornitori. Una situazione emergenziale quella portata alla luce dal centro studi di Confimi Industria. Emorragia economica che inevitabilmente continua a scontrarsi col tema della liquidità: il 42% degli imprenditori che hanno risposto all’indagine è ricorso agli istituti di credito proprio a causa della contrazione – fino quasi all’azzeramento – degli ordini, mentre un terzo del campione ha contatto le banche per via degli insoluti di mancati pagamenti. E sul tema della liquidità e dell’accesso al credito, il 54% degli imprenditori ha dichiarato di aver fatto ricorso alle misure previste dal governo: di questi, una metà per la moratoria sui mutui, l’altra metà per il finanziamento del circolante. E solo il 3% delle imprese oggetto d’indagine ha ricevuto il credito richiesto. Ancora una volta, per 1 imprenditore su 3 il primo problema con gli istituti di credito è legato alla burocrazia e ai suoi tempi. A rispondere al sondaggio di Confimi un campione di 1000 aziende del sistema: 45% metalmeccaniche, 17% servizi, 7% plastica e gomma, 6% edile, sono i comparti maggiormente rappresentati. In merito al fatturato, il 55% del campione raggiunte i 3 milioni, il 32% ha un giro d’affari tra i 3 i 10 milioni, mentre il 12% ha registra ricavi tra i 10 a i 50 milioni. Si tratta per lo più di aziende piccole, fino a 15 dipendenti, solo il 35% ha fino a 50 addetti. La Confederazione del manifatturiero privato italiano ha chiesto ai propri imprenditori di fare un punto anche sull’applicazione del protocollo di salute e sicurezza anti contagio da covid: relativamente al personale, in occasione della riapertura, il 52% del campione ha riscontrato difficoltà nel reperire i dispositivi individuali di protezione, mentre il 26% riscontra difficoltà con la disponibilità del personale a causa dei carichi familiari e al tempo stesso gli industriali hanno difficoltà nell’implementare lo smart working dei dipendenti. Circa l’80% delle aziende infatti ha attivato ammortizzatori sociali interessando il 65,7% del personale impiegato. Ingenti invece gli investimenti sostenuti per adeguare spazi e organizzare la logistica per 1 imprenditore su 6. Attestandosi alla totalità del campione – evidenzia il Centro Studi - la media dell’investimento si attesta al 2,8% del fatturato. Rispettare il protocollo comporta inoltre, in alcune circostanze, una perdita in termine di efficienza produttiva: è così per il 71% del campione, ma solo per 1a azienda su 5 si parla di impatto tangibile sui processi produttivi.

24 Aprile 2020

CONFIMI EDILIZIA INCONTRA IL SOTTOSEGRETARIO AL MIT MARGIOTTA

Ventricelli: "Riaprire subito i cantieri o diremo addio al 10% del comparto"

Confimi Edilizia ha incontrato in video chat il Senatore Salvatore Margiotta, Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per un confronto costruttivo sulle necessità del settore messo ulteriormente a dura prova dall'emergenza economica che sta vivendo il paese. Il Sottosegretario Margiotta ha ascoltato gli interventi della delegazione di Confimi guidata da Sergio Ventricelli, presidente di Confimi Edilizia, Fabio Ramaioli DG di Confimi Industria, Nicola Fontanarosa componente di giunta della categoria e Anna Danzi vice direttore di Finco, che supporta la segreteria tecnica di Confimi Edilizia. "Ci sarebbe un lungo elenco di azioni e misure necessarie per il comparto, ma abbiamo gli occhi puntati sull'emergenza che ci ha colpiti, e dopo aver osservato un religioso lockdown, la priorità assoluta è riaprire i cantieri, speriamo fortemente già dal 27 aprile, con condizioni chiare, condivise e univoche, per gestirli in sicurezza, altrimenti si rischia di perdere il 10% del comparto" ha esordito il presidente Ventricelli. La perplessità di Confimi Edilizia è dettata proprio dai molteplici attori coinvolti nella gestione della cosiddetta "Fase 2" e dal timore che possano nascere protocolli discordanti tra loro gettando ancor più in confusione gli addetti ai lavori. "Il riaprire i cantieri, come per gli impianti produttivi, vuol dire, in questo particolare momento storico, affrontare ulteriori costi di messa in sicurezza che per la natura stessa del lavoro già caratterizzano il nostro comparto. Come sarà gestito questo ulteriore approvvigionamento? Sarà tutto a costo delle imprese? Ci saranno dei bonus?" ha domandato Ventricelli al Sottosegretario. Tra le segnalazioni riportare da Confimi Edilizia al Sottosegretario al MIT due grandi vettori: la semplificazione e i pagamenti, spesso troppo lunghi, della P.A. "Il nostro paese necessita di un'attività straordinaria di ammodernamento e messa in sicurezza di infrastrutture strategiche (strade, ferrovie, porti, aeroporti, scuole) che vivono di iter burocratici infiniti, vincoli ai quali talvolta non si viene a capo" ha sottolineato Ventricelli "urge semplificare i processi". Nello specifico Confimi Edilizia non chiede che l'eccezionalità procedurale del Ponte Morandi di Genova diventi una regola, ma reputa impercorribile il sistema farraginoso messo in atto con il codice degli appalti. "Serve uno snellimento poderoso, pur nel rispetto di un equilibrio democratico". Nel ringraziare per la disponibilità il Sottosegretario Margiotta, che si è mostrato attento a tutte le interpellanze, dichiarando già un immediato sforzo del MIT per snellire gli apparati burocratici, il presidente Ventricelli ha chiuso il suo intervento con l'auspicio di una sana e robusta collaborazione con la pubblica amministrazione, che resta il partner più importante per attivare opere di grande rilievo nel settore edile e del suo enorme indotto.

27 Marzo 2020

APPALTI PUBBLICI E COVID-19. CONFIMI SCRIVE AL MIT

Una lettera del Presidente di Confimi Edilizia Sergio Ventricelli alla Ministra Paola De Micheli, con tre proposte

In questo momento di gravissima emergenza nazionale determinata dalla pandemia COVID - 19, Confimi Edilizia ritiene fondamentale focalizzare l’attenzione dell’Esecutivo su tre problematiche determinate, direttamente, da tale emergenza nell’esecutività dei contratti di appalti pubblici del settore delle costruzioni.
1. Intervento legislativo sul Codice degli Appalti (articolo 35, comma 18, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, e successive modificazioni) che prevede l'anticipazione dell'erogazione della prima rata sul prezzo contrattuale entro 15 giorni dall'effettivo inizio dei lavori, previa costituzione di garanzia fideiussoria, anche se in carenza di stipula del contratto, ma con consegna avvenuta "sotto riserve di legge" con contestuale aumento della prima rata dall'attuale 20 al 30% o almeno al 25% per tutti i contratti in essere e quelli a venire. Con queste due misure (aumento della prima rata di anticipo e sua applicazione anche ai lavori consegnati in via di urgenza - come previsto dall’Art. 91 DL 18/20) si assicurerebbe - a spesa finale zero da parte dello Stato - la necessaria liquidità alle Aziende in un periodo di sostanziale fermo produttivo, garantendo in questo modo la sopravvivenza e l'operatività delle stesse nel momento in cui sarà superata l'emergenza Covid19 e potranno essere riaperti i cantieri.
2. Necessità di una proroga delle scadenze temporali inserite nei contratti pubblici di appalto in essere commisurata almeno alla durata dei giorni di blocco subiti. Infatti, se da un lato l'art. 1218 cc recita "Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile", dall'altro l'art. 1223 dispone "Il risarcimento del danno per l'inadempimento o per il ritardo deve comprendere così la perdita subita dal creditore come il mancato guadagno, in quanto ne siano conseguenza immediata e diretta”. In sintesi qualora vi dovessero essere ritardi od omessi adempimenti, relativamente a questo periodo, oltre agli enormi problemi logistici di consegna del materiale da parte di Aziende fornitrici nazionali o estere, si potrà sempre invocare l'impossibilità della prestazione per rispetto delle misure di contenimento di cui al DL 6/2020 in tema di " misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19"; In altre parole, tra l'altro, l'eventuale carenza di mascherine, da considerarsi DPI ex Decreto Legislativo 81/2008, in ambienti di lavoro in cui sia oggettivamente impossibile mantenere la distanza interpersonale di un metro, potrà essere invocata, per contrastare eventuali penali per ritardata ultimazione, chiaramente se afferenti il periodo emergenziale, e quindi anche per domandare ed ottenere la sospensione dei lavori nell'attuale fase. Per evitare inevitabili contenziosi che intaserebbero mesi i tribunali amministrativi riteniamo dunque fondamentale che l'Esecutivo fissi una proroga generalizzata di almeno 30 giorni di tutte le scadenze temporali inserite nei contratti pubblici di appalto del settore costruzioni.
3. Necessità del riconoscimento nei contratti per appalti pubblici del settore delle costruzioni dei maggiori oneri a carico delle Imprese legati al rispetto delle nuove normative di prevenzione della diffusione del contagio da COVID19 nei cantieri. Tutte le imprese attualmente impegnate nei cantieri "strategici" (mobilità stradale e ferroviaria, manutenzione presidi ospedalieri, etc.) devono adottare misure e comportamenti che oltre a determinare una dilatazione temporale nell'esecuzione dei lavori, causano un incremento stimabile in una percentuale fino al 20% sul valore della commessa. Appare dunque opportuno che l'Esecutivo intervenga con un provvedimento ad hoc che eviti che tali maggiori oneri siano a totale carico delle Imprese.
Le imprese rappresentate da Confimi Edilizia auspicano che l'Esecutivo raccolga queste tre proposte attraverso emendamenti specifici nell'iter di conversione in Legge del DL 17 marzo 2020, n. 18, fornendo in questo modo strumenti di sopravvivenza e operatività a migliaia di Aziende italiane, assicurando al tempo stesso regole chiare al mercato.