25
Febbraio
2022
25 Febbraio 2022
"Dopo decenni di stagnazione, il settore delle costruzioni in Italia sta tornando competitivo, grazie all'impegno di migliaia di imprese coraggiose e, soprattutto, alle tante leve fiscali in atto. Ora, però, si scopre che questa competitività non dev'essere per tutti, ma solo per alcuni. Tutto ciò è gravissimo e inammissibile. Si intervenga, immediatamente, per ripristinare lo stato di diritto" Così il presidente di Confimi Edilizia Sergio Ventricelli, commentando la decisone di venerdì scorso del Consiglio dei Ministri, che ha dato via libera alla norma proposta dal ministro del Lavoro Orlando, in base alla quale i suddetti bonus non potranno essere riconosciuti per i lavori edili 'eseguiti da datori di lavoro che non applicano i contratti collettivi del settore edile, nazionale e territoriali, stipulati dalle associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale' . "Questo provvedimento - prosegue Ventricelli - propone, di fatto, una sorta di bollino di appartenenza, terzo e discriminante, per chi deve accedere alle leve fiscali, spazzando via in un colpo solo la qualità del lavoro e l'onestà di migliaia di aziende che avrebbero il sol torto di non appartenere al circolo eletto. Per di più, come se questo non bastasse, nel medesimo aberrante provvedimento si precisa che le nuove norme obbligano le imprese non solo ad aver firmato un contratto collettivo nazionale, ma che tale contratto dev'essere firmato dai sindacati maggiormente rappresentativi. Ci domandiamo, a questo punto, quali sarebbero i sindacati più rappresentativi? E, soprattutto, in base a cosa verrebbe attribuita la maggior rappresentatività?" Nel provvedimento, inoltre, si legge che 'il contratto collettivo applicato deve essere indicato nell’atto di affidamento dei lavori e riportato nelle fatture emesse in relazione all’esecuzione dei lavori'. Secondo lo stesso Orlando 'un passo importante per il settore e, più in generale, in termini di utilizzo della spesa pubblica per migliorare la qualità del lavoro, per assicurare il rispetto dei diritti garantiti dalla contrattazione collettiva su salario, orario, ferie e malattie, ma anche formazione e maggiore sicurezza. "Dunque - conclude Ventricelli - a ben comprendere le parole del Ministero del Lavoro, dicastero preposto a favorire la l'impiego delle risorse umane, indicano chi, e perché, deve poter lavorare, commettendo un arbitrio senza precedenti. Ciò non bastasse, viene indicata l’Agenzia delle Entrate, per la verifica dell’indicazione del contratto collettivo applicato, col supporto dell’Ispettorato nazionale del lavoro, dell’Inps e delle Casse Edili, quest'ultime un altro storico circolo di eletti a numero chiuso. Infine, solo perché - evidentemente - sarebbe stata del tutto incostituzionale, si decide che la suddetta disposizione non si applica ai lavori già avviati alla data di entrata in vigore del medesimo provvedimento. Appare chiaro, che ci troviamo di fronte alla volontà di decidere motu proprio chi deve poter essere ammesso a questa ripresa e chi no. Come Confimi Edilizia stigmatizziamo, fortemente, tale provvedimento, chiedendo al Presidente del Consiglio Draghi e al Presidente della Repubblica Mattarella di intervenire, senza indugi, nel correggere un tale gravissimo abuso, ripristinando un equilibrio normativo e sociale, che dovrebbe sempre essere garantito nelle attività legislative di un paese democratico come l'Italia".
14
Novembre
2024
14 Novembre 2024
"Esistiamo anche noi, le piccole e medie imprese della manifattura: in un mondo fatto di colossi facciamo girare la grande macchina dell'economia italiana e creiamo occupazione per il 76% dei lavoratori, ma da 18 mesi la nostra produzione industriale è in calo tanto che sono già 300 le aziende del nord ad aver fatto domanda di cassa integrazione". Per questo "abbiamo voluto dedicare questa assemblea a quell'85% di imprese italiane a conduzione familiare che da sempre rappresentano la qualità del prodotto made in Italy e che forse oggi non basta più". Lo ha detto Paolo Agnelli, presidente di Confimi, aprendo l'appuntamento annuale della Confederazione e dialogando con i ministri Adolfo Urso - Imprese e Made in Italy – e Giancarlo Giorgetti - Economia e Finanze. Anche la presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni è intervenuta con un videomessaggio dedicato agli industriali. "Produttività e competitività sono doveri collettivi e non solo della cultura d'impresa, lo Stato non può tirarsi indietro": Paolo Agnelli ha ribadito quali e quante siano le difficoltà delle imprese italiane, aziende piccole e medie, perlopiù a conduzione familiare, e ha avanzato alcune proposte che potrebbero permettere alle Pmi di riuscire a riaffermare il proprio ruolo competitivo nei mercati e contribuire così anche a risollevare il Paese. Partendo proprio dalle proposte più dibattute della legge di Bilancio in tema di extraprofitti e concorrenza: "Introduciamo un'addizionale, sia anche del 10%, per tutte quelle aziende – siano assicurazioni, società energetiche, banche – che superano i 50 milioni di euro di utili", ha detto Agnelli. Ma non solo: "Il risparmio ottenuto potrebbe essere impiegato per altre iniziative, come l'innalzamento delle pensioni minime, oppure per ridurre il cuneo fiscale per le imprese perché quegli oltre 300 miliardi che oggi le aziende private spendono per gli stipendi dei propri collaboratori non finiscano per il 60% nelle casse dello Stato: 180 miliardi su 300". E ancora, il tema caldo della transizione energetica, ambientale e digitale: "Vogliamo essere green ma con i piedi per terra", ha spiegato Agnelli chiedendo al Governo di "stabilire una linea definita sul nucleare". Perché mentre "tutti parlano di transizioni, l'Europa sembra più interessata a spingerci verso la totale decarbonizzazione a ogni costo, anche a quello di regalare la nostra industria alla Cina". In vista delle prossime mosse politiche in tema di inasprimento dazi, già preannunciati dal rieletto presidente Trump, Agnelli ha aggiunto: "Con la scusa di tassare l'alluminio in entrata, gli Usa hanno il mirino puntato sulla produzione made in Italy: sul nostro design, sui nostri mobili, sulle nostre infrastrutture e sulle oltre 300 voci doganali individuate; come ha intenzione di proteggerci l'Europa?". Infine, in tema denatalità e occupazione, non è una "modesta proposta" quella fatta dal presidente Agnelli al ministro Giancarlo Giorgetti per rafforzare il tessuto produttivo nazionale puntando sulle generazioni future: "Lavoriamo insieme all'introduzione di una decontribuzione fiscale per i giovani qualificati in settori chiave per le imprese manifatturiere". E per ristrutturare un tessuto sociale che sembra resistere al lavoro, chi lamentando salari troppo bassi e chi fuggendo all'estero, per trovare nuova forza lavoro Agnelli propone: "Snelliamo le procedure che rallentano l'assunzione degli extracomunitari, e per chi è già presente sul suolo italiano, regolamentiamo la loro presenza così da permettergli di far parte della vita economica del nostro paese e quindi della società".
18
Settembre
2024
18 Settembre 2024
Si terrà nella Fiera di Bergamo, dal 12 al 14 febbraio 2025, Caseitaly Expo, il nuovo evento fieristico di riferimento dedicato all’involucro edilizio, che punta a promuovere in Italia e nel mondo le imprese produttrici di chiusure, serramenti, maniglieria, schermature solari, lattoneria e coperture. Un nuovo e innovativo format nato per rappresentare le aziende, i loro valori, prodotti e servizi, promosso dall’associazione CaseItaly e PromoBerg e cresciuto all’interno del contesto federativo di FINCO. Scopo della fiera è dare ulteriori opportunità di visibilità alle imprese italiane che operano nel settore dei componenti tecnici per l’involucro edilizio, e in particolare per i quattro settori merceologici rappresentati dalle associazioni partner ACMI, ANFIT, ASSITES e PILE. Per le aziende associate a Confimi è previsto uno sconto sul prezzo nominale del 20%. Qui è possibile scaricare la brochure e la scheda di manifestazione.